La Cybersecurity come presupposto necessario allo sviluppo della Sanità digitale in Italia
L’Italia continua a essere uno dei Paesi Europei con il più basso rapporto tra spesa sanitaria pubblica e Pil. Dal Def e dalla Nadef si evince come, ancora una volta, tale rapporto sia inferiore ai livelli che si registravano prima della pandemia.
Se si guarda il dato in valore assoluto non si coglie quello che sta accadendo. Nonostante migliorino le stime di spesa rispetto alla Nadef di novembre 2022, non ci sono gli incrementi richiesti da tutto il mondo sanitario. Né la prossima manovra finanziaria agevolerà la crescita.
L’incremento di 4,3 mld nel 2023 è solo apparente a causa dello spostamento del rinnovo contrattuale del personale dirigente, a causa dell’erosione del potere di acquisto (secondo l’Istat a oggi l’inflazione acquisita per il 2023 si attesta a +5%, un valore superiore all’aumento della spesa sanitaria che, invece, si ferma a +3,8%) e un indice dei prezzi del settore sanitario è superiore all’indice generale di quelli al consumo.
Ci si assesterà intorno al 2024 con una decrescita e un peso rispetto al Pil del 6,3, quando la media dei paesi Ocse è 8,8 e circa il 10% di Francia e Germania.
All’interno degli investimenti previsti, una voce ampia è quella relativa alla tecnologia, all’interno della quale il Def stesso sottolinea l'importanza della telemedicina e della digitalizzazione nel migliorare l'efficienza del sistema sanitario. Gli investimenti in tecnologie sanitarie avanzate sono visti come una via per migliorare l'accesso alle cure e ridurre i costi a lungo termine.
La trasformazione digitale nel settore sanitario italiano è in corso da molti anni. L'adozione di sistemi informatizzati per la gestione dei dati dei pazienti, la condivisione di informazioni tra strutture sanitarie e il miglioramento delle diagnosi grazie alla tecnologia ha reso il sistema sanitario più efficiente e accessibile. Tuttavia, questa digitalizzazione ha anche aperto la porta a nuove minacce informatiche.